Il Trento è 13° e contento, per la Benacense la finale è ancora maledetta. Lo scorso weekend in Lombardia si sono svolte le finali della coppa italia femminile a seven e del campionato amatoriale nazionale Uisp, ma se le gialloblu possono dirsi soddisfatte, i gardesani devono ancora una volta cedere a un passo dal titolo.
La finale del Trento è cominciata sabato nel girone eliminatorio che lo vedeva in gruppo con Como, Macerata e Panthers. Pur in campo con qualche esordiente e non poter schierare assieme le ragazze tesserate per il Verona in Serie A, le ladies hanno perso contro il Como 35-14 per poi rifarsi alla grande con il Macerata (38-21) e con le Panthers pugliesi (28-17). La formula prevedeva il passaggio del turno delle 6 prime classificate e delle migliori seconde e purtroppo la differenza punti meno positiva delle altre ha sbarrato la strada alla fase finale e così il Trento nella giornata di domenica è sceso in campo per le finali di consolazione. Sopportando il gran caldo della domenica bresciana le ragazze di Fabio Terazzi e Mauro Tollardo ancora una volta hanno cominciato col piede sbagliato uscendo sconfitte contro l'avversario di sempre, cioè il Badia, per 29 a 17 per poi rifarsi sul Villorba (17-7) e chiudere in bellezza superando il Napoli per 26-7 e ottenendo la tredicesima posizione finale. Una posizione sicuramente meno esaltante del sesto posto del 2017, ma accettata con entusiasmo da un gruppo formato da molte ragazze alle prime armi.
A Lodi, invece, i sogni di gloria della Benacense si sono infranti in finale per il secondo anno consecutivo. Contro il Bocconi di Rozzano i biancocelesti iniziano bene e si portano in vantaggio sul 3 a 0 ma poi subiscono due mete che portano i milanesi avanti sul 3-10. Nella la Benacense riesce a trovare la meta (trasformata) per ristabilire la parità prima che un piazzato riporti avanti il Bocconi per 13-10 a pochi minuti dall'80'. Il forcing finale dei gardesani non produce risultati e la “Bena” si deve accontentare del secondo posto, lo stesso dell'anno scorso quando allora dovette inchinarsi alla Stella Rossa. Resta l'amaro in bocca, sicuramente, ma la rinnovata voglia di provarci ancora l'anno prossimo con il bagaglio d'esperienza ancora più ricco e un gruppo che va sempre più allargandosi e unendosi.